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Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

25 Novembre

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 17 dicembre 1999. In Italia, il colore esibito in questa giornata è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.

La fotografia proposta presenta l’installazione dei ragazzi dell’Associazione La Finestra, che a seguito di un lavoro introspettivo, hanno realizzato una performance in uno spazio interno della Struttura con il titolo “Storie di Esperienze di Donne”.

L’opera da cui hanno tratto ispirazione è l’Installazione Zapatos Rojos, dell’artista Elina Chauvet e ispirata all’omicidio della sorella per mano del marito e alle centinaia di donne rapite, stuprate e assassinate in questa città di frontiera nel nord del Messico.

Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa) per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.

In Italia, l’indagine ISTAT del 2014 ha rilevato che il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza. Nel 2018, l’82% degli autori di omicidi femminili è un familiare. Secondo il Rapporto EURES sul femminicidio, tra il 2000 e il 31 ottobre 2020 sono 3.344 le donne uccise nel nostro paese.

Durante la pandemia, i centri antiviolenza (CAV) e le case rifugio sono stati gli unici spazi che hanno continuato a funzionare. Nei periodi di lockdown, la salute psicofisica della popolazione è stata fortemente stressata praticamente ovunque. La violenza domestica basata sulle differenze di genere sembra aver registrato un picco preoccupante durante l’ultimo anno e mezzo, andando a costituire nelle parole delle Nazioni Unite una vera e propria “pandemia-ombra.”

Contemporaneamente, la fondazione canadese femminista “Canadian Women’s Foundation”, che lavora contro la violenza domestica e di genere propose “Signal For Help”, un gesto della mano (piegare verso il palmo il pollice tendendo le altre quattro dita in alto e chiudendole a pugno) per segnalare in modo silenzioso un abuso e chiedere aiuto, anche in presenza dell’aggressore. Con l’isolamento nelle case sono venute a mancare le relazioni sociali, cioè un fattore protettivo contro la violenza domestica, ma anche perché la costante presenza del partner rende impossibile per le vittime parlare liberamente al telefono. C’è però una cosa fondamentale da tener presente: per affrontare la violenza sulle donne ci vuole sempre competenza. E non si può improvvisare.

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Associazione “La Finestra”, si fa promotrice di un messaggio di sensibilizzazione riguardante questo tema più che mai attuale.

Preparandosi a questa ricorrenza, gli educatori di arte-dramma terapia, hanno svolto un’attività all’interno del loro gruppo sull’argomento della violenza per poi concludere il loro percorso con un’installazione. Questo progetto è stato poi diffuso a tutte le persone e all’interno delle varie attività, condividendo non solo la tematica ma anche pensieri e opinioni emersi. Dalle nostre riflessioni è scaturita l’importanza di fornire un’educazione sentimentale all’altezza fin dalla tenera età. Altro rilevante tema riscontrato concerne l’incoraggiamento nei confronti della denuncia: consapevoli delle reticenze e difficoltà scaturite dall’evento traumatico essa risulta comunque una fase fondamentale per fermare la violenza. Infine, si è riscontrata l’esigenza di promuovere ed incrementare la valorizzazione della Donna, considerandola come soggetto di uguale dignità rispetto all’uomo, in primo luogo come persona.

Ci piacerebbe concludere questo nostro articolo con una citazione di Alda Merini:”Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne”.